Il 25 marzo noi ragazzi della terza media abbiamo fatto visita agli anziani ospiti della Casa di riposo di Nembro, in occasione della giornata di spiritualità in preparazione alla Pasqua.
Penso che questa esperienza sia stata formativa per tutti, perché ha suscitato in noi numerosi sentimenti a volte contrastanti: gioia, commozione, attaccamento a qualcuno che non conoscevamo nemmeno…
Abbiamo imparato molto ascoltando gli ospiti di questa casa, perché essi ci hanno fatto conoscere innanzitutto la loro vita passata, trasmettendoci ad esempio il valore dell’obbedienza ai genitori e agli insegnanti, oppure raccontandoci quale lavoro facessero e come fosse la scuola quando erano ragazzi. Un altro grande insegnamento di questa visita è il fatto che ci abbiano resi partecipi della loro felicità attraverso le partite a carte e il dialogo. Quando questi signori parlavano si poteva notare nei loro occhi la gioia di condividere un’esistenza passata, mostrandoci che la vita va vissuta al meglio in ogni sua parte perché, come ci ha detto Anna (97 anni portati benissimo!) la vita, anche se dura cent’anni, è sempre troppo breve per sprecarla.
I ragazzi della III B
Il 25 marzo noi, studenti delle classi terze, abbiamo avuto l’opportunità di andare a visitare la casa di riposo di Nembro e durante la permanenza nella struttura abbiamo avuto modo di trascorrere del tempo con gli anziani ospiti. Abbiamo chiacchierato un po’ e, fra una partita di carte e l’altra, c’è stato anche il tempo per qualche riflessione sui tempi trascorsi e sul futuro di noi giovani.
Alcuni di noi hanno posto delle domande ai signori lì ospitati. Io ho chiesto come fosse la qualità della vita durante il periodo degli anni ’60. Molti hanno risposto che erano dei bei tempi, alcuni hanno addirittura detto che erano i migliori che abbiano mai vissuto. Tutti hanno raccontato che in quel periodo lavoravano e, peraltro, molti in Svizzera. Chiacchierando è teneramente emersa, da parte loro, tutta la nostalgia per la vita passata e per gli affetti più cari, spesso lontani. Ho chiesto loro cosa si augurassero per i giovani del futuro e la risposta è stata: “Il meglio…con l’augurio di vivere una vita felice!!”. Questa esperienza mi ha insegnato ad apprezzare le piccole cose, mi ha aperto il cuore e mi ha fatto capire l’importanza e il valore della vita.
Francesca Toppi
Visitare la casa di riposo di Nembro è stata un’esperienza inaspettatamente bella. Gli anziani ospiti erano felicissimi di incontrarci, ci hanno raccontato le loro storie e di quanto fosse difficile essere ragazzi ai loro tempi.
Da questo confronto tra generazioni ne siamo usciti tutti arricchiti: in cambio di qualche ora di convivialità e spensieratezza abbiamo ascoltato esperienze di vita e ricevuto molto affetto.
Riuscire a strappare un sorriso a chi soffre ci ha fatto sentire importanti.
Ringraziamo per questo l’R.S.A e tutti i pazienti per l’ospitalità, ma soprattutto per la “lezione di vita” che ci hanno trasmesso.
Giorgio Belotti
Gli anziani della casa di riposo di Nembro ci hanno raccontato che il ricordo più nitido che hanno della loro infanzia è la fame, la mancanza di cibo, derivata anche dalla numerosità delle famiglie. Molti degli ospiti della casa di riposo hanno ripensato agli anni della loro infanzia e della loro adolescenza e il primo pensiero nella mente di molti é stato il lavoro. Qualcuno non ha nemmeno avuto l’opportunità di finire le scuole elementari perché hanno dovuto contribuire in casa con uno stipendio in più.
se pensiamo alle condizioni in cui noi ragazzi viviamo ora, ci viene terribilmente difficile immedesimarci nelle realtà di cui oggi abbiamo sentito parlare: ragazzi che lavorano, che non hanno da mangiare e che si devono occupare di 6 o 7 fratelli minori.
In un momento storico in cui noi abbiamo tutto ciò che ci sene a portata di mano, ci è stato sicuramente utile ascoltare delle voci dal passato, per non dare niente per scontato.
Ludovica Forcella