La lettura dell’epistolario di santa Paola Elisabetta Cerioli porta il lettore ad approfondire la sua figura, imparando a conoscerla a poco a poco; scoprendone i pensieri e i modi di fare.
E così, se la speranza è il motore della vita della Cerioli, le preoccupazioni e le tribolazioni ne sono la sfida continua. Costanza Cerioli vive un periodo storico turbolento in cui si è ben lungi dagli agi a cui siamo abituati oggi; motivo in più che ci spinge a considerare attentamente la lettera di cui vi parlerò.
Santa Paola Elisabetta Cerioli conosceva molto bene il suo tempo e sapeva che molte afflizioni si abbattevano sulle famiglie; quando Bergamo viene investita da un’epidemia di Colera, nel 1849, Costanza racconta al fratello le sue preoccupazioni.
Fratello carissimo,
è sempre una grande soddisfazione per me scrivervi ogni tanto due righe, per avere poi una vostra lettera. Godo nel potervi annunciare ottime le notizie della Peppina (nipote della santa), dalla quale non è molto che ho ricevuto uno scritto.
Le critiche circostanze della malattia del colera che fece tanto male in Bergamo, mi impedirono di andare di persona a trovarla come sarebbe stato mio desiderio, e dovetti accontentarmi della corrispondenza epistolare.
Ora questa brutta malattia sembra che vada cessando ed i casi sono rari. Nei paesi vicini a Bergamo molti sono stati colpiti gravemente; anche in Seriate da qualche giorno la malattia si diffonde, ed il timore è maggiore perché la metà dei colpiti muore e in poche ore. Tutti sperano che andando verso la stagione più fresca vorrà completamente scomparire dalle nostre belle contrade.
Addio, caro Battista, abbiatemi sempre per
vostra affezionatissima sorella
Costanza Cerioli Busecchi Tassis