Prima ancora di avviare un cantiere, il primo passo è quello di fare il progetto. Progettare è essenziale perché è pericolosissimo procedere a caso, si rischia di far crollare tutto.
Il progetto, che nel cantiere si traduce in un disegno, è il punto di riferimento fondamentale per tutti coloro che contribuiranno al lavoro di costruzione, ciascuno in base alle proprie mansioni e alle proprie competenze specifiche, è il documento che dà le indicazioni e le istruzioni a chi sta costruendo. Si ha quindi una visione d’insieme di ciò che sarà visibile soltanto a lavoro ultimato. Anche nella scuola si elabora un progetto, che è certamente didattico, ma prima di tutto è un progetto educativo. Fare riferimento ad un unico progetto educativo aiuta tutti gli educatori (docenti e genitori in particolare) a fare rete attorno a ciascun alunno per garantire che il percorso di crescita sia condiviso, equilibrato, senza pericolosi sbilanciamenti. Avere un progetto nella vita anche per ogni ragazzo significa avere una motivazione forte, un obiettivo, un traguardo a cui fare riferimento e per il quale spendere tutte le proprie energie, con grande passione.
Il cantiere è poi il luogo concreto dove il progetto iniziale pian piano cresce, prende corpo, si realizza con caratteristiche che magari sono il frutto di qualche modifica avvenuta “in corso d’opera” a seguito di ulteriori riflessioni o nuove idee che portano a fare qualche piccola “variante” rispetto al progetto iniziale. Ciascuno di noi, nel corso della propria crescita, impara sempre meglio a conoscersi e a capire meglio quali sono le proprie effettive capacità.
In cantiere si costruisce, ma secondo un ordine, una sequenzialità e una gradualità che sono indispensabili: si costruisce partendo dalle fondamenta, per arrivare al tetto, non il contrario. Si procede costruendo mattone dopo mattone, curando che ogni piano sia fatto “a regola d’arte”: allo stesso modo l’educazione e la formazione degli alunni seguono un percorso che negli anni procede per gradi, partendo da ciò che è essenziale, per puntare sempre più in alto.
Partire dalle fondamenta significa anche scendere nel profondo, nell’interiorità, coltivando anche la propria spiritualità, aiutando ciascuno a riconoscere e sviluppare le proprie potenzialità, i propri limiti, le proprie fragilità. Solide fondamenta sono necessarie per la stabilità degli edifici, allo stesso modo una personalità ben formata si costruisce curando tutti gli aspetti: cognitivo, sociale, relazionale, spirituale.
Il progetto che abbiamo intenzione di seguire ha delle fondamenta molto solide: come scuola cattolica il progetto è quello di formare uomini e donne che non abbiano paura del futuro perché si sono preparati a vivere con speranza e con gioia. Il progetto è radicato nei valori cristiani che si basano sulla fede, sul rispetto per ogni uomo, sull’amore per la vita, un progetto al quale la Santa Paola Elisabetta, fondatrice dell’Istituto, ha dedicato tutta la sua vita.
Gesù l’ha detto: “Chiunque viene a me e ascolta la mia Parola è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene”.
Il futuro, il domani, si costruisce a partire da fondamenta solide, e anche se non ci sarà magari dato di poter vedere la realizzazione finale del nostro progetto, il percorso continuerà poi dopo gli anni vissuti nella Scuola Sacra Famiglia, e siamo fiduciosi che un cantiere ben avviato certamente proseguirà con successo il suo lavoro di costruzione. Ciò sarà possibile se non si perderà di vista il punto di riferimento, quel progetto iniziale che possiamo racchiudere nel progetto di vita ben riuscita che il Signore ha in mente per ciascuno dei suoi figli. Il “grande progettista” non dobbiamo mai dimenticarlo, è Lui, ed ogni nostro progetto prende corpo sul suo progetto di amore e di bene per ogni uomo, per cui occorre sempre ricordare le parole del Salmo 126:
“Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori”.