Dopo la morte di tutti i figli e del marito, Costanza Cerioli si trova sola in una grande casa vuota. Decide allora di aprire la sua villa alle famiglie contadine che abitano la campagna circostante, con il proposito di aiutarle.
Le persone giungono alla sua porta e ben presto Costanza cerca una collaboratrice fidata che la aiuti nelle faccende di carità. Per quest’incarico si propone Luigia Corti, che entra nella villa di Comonte il 17 maggio 1855. Tra le due donne si instaura un rapporto di totale fiducia e insieme iniziano a creare una casa per le orfane. Luigia è la confidente della Cerioli e a lei è affidato il compito di curare le giovani in assenza di Costanza. Inoltre, è Luigia che ha desiderio di vestire l’abito religioso e che spinge per chiedere il riconoscimento della congregazione della Sacra Famiglia.
Il 1° novembre 1856 Monsignor Pierluigi Speranza, vescovo di Bergamo, stabilisce orari e metodi di vita per la piccola comunità della Cerioli. Poi, l’8 febbraio 1857, Costanza e le sue compagne indossano la veste benedetta e assumono il titolo di Suore della Sacra Famiglia, mentre le orfane di Figlie di San Giuseppe.
Il 1° novembre 1856, Costanza Cerioli scrive: “La mia famiglia è composta ora da tre compagne e 14 orfane”.
Il 23 gennaio 1856, Costanza cambia il nome in quello di suor Paola Elisabetta e diventa sorella delle altre suore, ponendosi in rapporto di parità, nonostante mantenga il ruolo di guida. Sceglie il nome di Paola in onore della vedova romana fondatrice di una comunità cristiana femminile a Betlemme nel IV secolo; mentre Elisabetta è il nome della regina d’Ungheria che visse tra il 1207 e il 1231, rimasta vedova divenne terziaria francescana.
Lo stesso giorno, il 23 gennaio 1856, Costanza si presenta alla comunità di Comonte: “D’ora innanzi non mi chiamerete più signora Costanza, ma sorella Paola Elisabetta. Questo è il mio nuovo nome.”