A TUTTI UN’OPPORTUNITÀ

A TUTTI UN’OPPORTUNITÀ

La speranza che santa Paola Elisabetta Cerioli ripone nella vita è generata dal suo essersi completamente affidata a Dio.

Dopo tante tribolazioni, Ella ha trovato in Lui il vero conforto e la vera guida. Sente che Dio la aiuta nella sua opera di carità e speranzosa di poter fare del bene, una alla volta apre delle scuole gratuite per le ragazze povere delle campagne. L’essere gratuite rende queste scuole diverse dalle altre perché danno a tutti un’opportunità, anche ai più poveri, i quali si sentono mossi da una nuova speranza nel futuro: la speranza di poter cambiare, migliorare la propria condizione. Allo stesso tempo, però, santa Paola Elisabetta Cerioli non voleva sovvertire la loro condizione sociale, ma cercava di aiutarli nel modo più pratico possibile, costruendo scuole in cui si insegnasse di agricoltura, economia domestica e gestione della famiglia.

Nella lettera che segue la Santa chiede il permesso di aprire una scuola gratuita per le contadine di Soncino.

La sottoscritta proprietaria del vasto locale e fondo annesso presso Soncino, noto sotto il nome di “Convento di S.Maria”, avrebbe accolto in casa sua alcune povere orfanelle e figlie abbandonate del popolo, per mantenerle del proprio e farle crescere secondo la loro condizione, nell’agricoltura, insegnando loro praticamente e, per quanto possono essere capaci, teoricamente la coltivazione delle terre e tutti quei mestieri e quegli esercizi della campagna e della casa che si addicono a buone contadine.

Ora desiderebbe poter accogliere le domande di alcuni miserabili famiglie aprendo anche una scuola gratuita per quelle povere figliole che, per l’età o per altre giuste ragioni, non possono o non vogliono frequentare le scuole pubbliche.

A questo fine avrebbe disposto alcune ampie e salubri sale nel suo grandioso locale, che codesta regia autorità ebbe già la compiacenza di visitare più volte, non senza manifestare alla sottoscritta la propria soddisfazione.

Inoltre avrebbe condotto una brava maestra, sperimentata e fornita di patente legale, nella sig. Santa Tiraboschi, la quale si assumerebbe la direzione delle scuole gratuite per le povere, per le quali si vuole aprirle.

In quanto ai programmi poi, siccome non si tratterebbe che di una educazione contadina e di persone assolutamente miserabili, ella si propone la sola istruzione del grado inferiore, cioè: lettura, scrittura, aritmetica elementare, nozioni elementari del sistema metrico, e soprattutto l’istruzione religiosa, servendosi del catechismo diocesano.

Quindi, a termine di legge, ne porge avviso codesta autorità scolastica per ogni buon effetto, presentando allo scopo la patente comprovante l’idoneità dell’assunta maestra, direttrice della scuola, perché ne prenda visione e quindi me la rimandi per la necessaria restituzione.

La speranza e la fiducia guidano Costanza Cerioli che vedrà realizzarsi questa scuola e altre; la signora Santa Tiraboschi diventerà suor Anna: colei che per trent’anni sarà maestra delle orfane e delle allieve esterne, nonché direttrice.

Eleonora Belingheri